All’interno della serie di articoli per il blog de Il cielo intero, cogliamo l’occasione di una celebrazione per riflettere insieme. Approfittiamo della data dell’8 marzo per porci sempre e ancora questioni inerenti la relazione, la violenza, il potere. La forza. Il rispetto. La pace. Proviamo a concentrarci su cosa in questo momento desideriamo, su quello che possiamo fare per alimentare questo desiderio, tendere verso di lui al punto da renderlo possibilità di trasformazione.
Nel buio, seguiamo le parole di Simone Weil: “Un racconto eschimese spiega così l’origine della luce: «Il corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò». Se c’è un vero desiderio, se l’oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce”.
Sappiamo desiderare la luce? Sappiamo seguire questo desiderio come una cometa?
Pubblichiamo di seguito un messaggio ricevuto da Arci Bologna, firmato dalla sua Presidente Rossella Vigneri, nelle cui parole intravvediamo una forma del desiderio in azione.
(Azzurra D’Agostino)
“Condividiamo con voi la lettera che abbiamo inviato insieme a Luciana Castellina (con cui cui coordiniamo il gruppo di lavoro nazionale sulle tematiche di genere) ai Comitati e ai consiglieri di Arci nazionale in occasione dell’otto marzo.
Nei giorni scorsi il movimento femminista russo si è appellato a tutta la galassia femminista globale per protestare contro la guerra e contro l’invasione dell’Ucraina. Lo abbiamo fatto anche noi sabato scorso, quando siamo scese in piazza a Roma per fermare una guerra che per l’ennesima volta colpirà i civili, dividendo le famiglie (le madri e i bambini in fuga, gli uomini a imbracciare le armi), producendo morte, povertà e devastazione. Lo faremo in occasione dell’otto marzo, Giornata internazionale della Donna, chiedendo la pace per tutt3, come recita lo slogan che abbiamo scelto per accompagnare l’illustrazione realizzata da Eliana Albertini per Arci.
Ma come possono le donne lottare per la libertà senza armi da fuoco? Si domandava Virginia Woolf nel saggio “Pensieri di pace durante un’incursione aerea”, scritto nel 1940 sotto i bombardamenti tedeschi. “Possiamo fabbricare idee” – è la risposta – “Ma perché le idee siano efficaci, dobbiamo essere in grado di spararle. Dobbiamo metterle in atto”.
Come la donna del disegno, portiamo con i nostri corpi, le nostre idee e le nostre voci, la responsabilità di questo otto marzo in tempi di guerra. Apriamo spazi di confronto e discussione per mobilitarci contro la violenza del potere patriarcale di cui la guerra è espressione diretta, come ci ricorda Virginia Woolf.
Portiamo avanti la rivoluzione della cura: prendersi cura del mondo in cui viviamo, lottare contro la politica cieca dei confini, contro ogni forma di discriminazione e disuguaglianza è l’unica condizione per costruire un futuro di pace.”